Bebelplatz, in memoria del rogo dei libri

A volte si comincia con il bruciare i libri e poi, può capitare ed è capitato, si continua con gli esseri umani che li scrivono o li leggono.
Bebelplatz
Nonostante la presenza di studenti in maggioranza di altre religioni, l'edificio mantiene un valore simbolico di riferimento per la comuninità e la storia degli ebrei di Berlino. Va notata, a tale proposito, l' inferriata eccezionalmente robusta che lo protegge e le telecamere che ne sorvegliano il perimetro.
Nell'ex quartiere ebraico di Berlino (dove si trova ancora oggi la Sinagoga non distrutta dai nazisti perchè incastrata negli edifici circostanti e quindi impossibile da incendiare senza rischiare di far propagare un incendio incontrollato), quasi nascosti, infissi nel selciato, si trovano qua e là dei blocchetti di bronzo con i nomi e le notizie essenziali di coloro che furono deportati e uccisi nei lager.
Ad esempio nella foto qui sotto si vedono i blocchi che ricordano gli appartenenti alla famiglia Kozower. Philip, nato nel 1894, Gisella, nata nel 1901, Alice e Eva Rita, nate nel 1934 e 1932. E di Uri Aron, nato nel 1942. Tutti uccisi ad Auschwitz nel 1943.
Un'altra testimonianza sul selciato. In questo modo almeno la memoria delle persone deportate e scomparse è ri-tornata a essere parte del quartiere ebraico in modo permanente.
http://www.stiftung-denkmal.de/
e, molto interessante, anche se i filmati sono in tedesco:
http://www.raum-der-namen.de/
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