mercoledì 23 aprile 2008

Viaggio Corso di aggiornamento a Berlino

Totem di ingresso al Museo Ebraico di Berlino

Nei giorni 30 marzo - 3 aprile si è svolto il viaggio - corso di aggiornamento a Berlino per insegnanti di scuola secondaria superiore della Toscana. Il viaggio di studio si colloca in continuità con le precedenti fasi di formazione e in preparazione del Treno della Memoria previsto per il gennaio 2009 da Firenze ad Auschwitz. Il viaggio è stato finanziato dalla Regione Toscana insieme alle singole Province e il progetto e l'organizzazione sono stati a cura della Fondazione Museo della Deportazione di Prato. Quelle che seguono sono alcune fotografie che testimoniano questo interessante percorso che ha coinvolto oltre cento insegnanti delle scuole toscane.

Il Museo Ebraico di Berlino

l museo ebraico di Berlin0
La forma particolare del museo ebraico: una linea spezzata, una torre, un quadrato di steli inclinate. L'edificio a U era l'antico museo storico di Berlino, adesso funge da ingresso: da lì si accede ai corridoi sotterranei che riemengono nei diversi luoghi del museo.

Il museo ebraico di Berlino
Il Museo Ebraico di Berlino è stato inaugurato nel 2001 ed è collocato nell'edificio - opera d'arte progettato da Daniel Libenkind. Prima ancora che le collezioni di oggetti venissero collocate nei locali del museo, a testimoniare la plurisecolare presenza di comunità ebraica nella storia tedesca, l'edificio è stato visitato da oltre 300.000 visitatori. In effetti non è solo un "contenitore", ma rappresenta esso stesso la complessità della storia degli ebrei in Germania.
E' privo di porte di ingresso: vi si accede mediante un corridoio sotterraneo partendo da quello che era l'antico museo storico della città di Berlino.

La grande scala nera che dai sotterranei di ingresso risale al museo
Solamente l'ultima parte del museo ebraico di Berlino è dedicato alla Shoah

Un rotolo di tela stampata con la stella gialla e la scritta Jude.
Un prodotto in vendita, un tanto a stella.
Pattuglia di poliziotti davanti al museo
Di fronte ai luoghi ebraici di Berlino stazionano permanentemente pattuglie di polizia. Questi sono davanti al museo ebraico, ma è la stessa scena davanti alla sinagoga, o davanti al centro di cultura ebraico sorto dove era un'altra antica sinagoga distrutta nella notte dei cristalli del 1938.

L'interno della torre dello sterminio degli ebrai d'Europa
Uno dei luoghi più evocativi del museo è la torre della Shoah. Vi si accede da uno dei lunghi corridoi sotterranei. Si entra. la porta si chiude alle spalle del gruppo di visitatori. Si resta per un attimo immersi nel buio, poi dall'alto, da una fessura nel nudo cemento, filtra la fioca luce del giorno. Non c'è altro che questo e il silenzio. Pochi distorti rumori filtrano dall'esterno.

Il giardino dell'esilio
Un altro luogo evocativo è il giardino dell'esilio. 49 torri quadrate di cemento, costruite con una inclinazione tale da essere perpendicolari all'inclinazione del terreno: tolgono orientamento e stabilità a coloro che vi si inoltrano. Dall'alto spuntano alberi, gli olivi del nord



Per la visita del sito internet del Judisches Museum Berlin:
http://www.juedischesmuseum.de/index.html

Visita al quartiere bavarese a Berlino

Il Quartiere Bavarese di Berlino era un quartiere modello, secondo le tendenze dell'architettura più avanzata dell'inizio del 900. Anche oggi si presenta gradevole, con ampi spazi verdi e zone pedonali. Era stato, tra l'altro, progettato da un architetto di religione ebraica, al cui nome è stata intitolata una strada del quartiere (soltanto in questi ultimi anni). Non per questo, ma era abitato da una cospicuo numero di berlinesi di religione ebraica che subirono le persecuzioni e la deportazione.
A testimonianza di una diffusa sensibilità alla questione della memoria, recentemente associazioni culturali di base attive nel quartiere hanno proposto un progetto: collocare sui pali dell'illuminazione pubblica una serie di cartelli che riportassero le norme delle leggi antiebraiche in vigore in Germania dal 1935 in poi. Così, ad esempio, di fronte alla panchina di un parco, collocare il cartello con l'articolo di legge che proibiva agli ebrei di sedersi nei parchi pubblici; o, davandi al negozio di alimentari, il cartello con l'articolo che permetteva agli ebrei di acquistare il pane solamente dopo le 5 del pomeriggio; o, davanti alla scuola dell'infanzia, il cartello con la norma che proibiva ai bambini ebrei di giocare per strada. Il progetto è stato finanziato e realizzato dalla municipalità del quartiere.

Nella visita, come in altre occasioni del corso, il prof. Klaus Voigt è stata una guida precisa e gradevole

Il cippo che testimonia il luogo dove si trovava la sinagoga del quartiere prima della sua distruzione

La topografia del terrore

La "Topografia del terrore"
Si chiama "Topografia del terrore" la mostra documentaria permanente all'aperto allestita nel punto in cui esistevano, concentrati in un breve spazio, il Comando Generale delle delle SS, la sede della Gestapo, l'Ufficio centrale per la sicurezza del Reich e altri uffici dello stato di polizia nazionalsocialista. L'edificio squadrato e integro che si vede oltre i brandelli del Muro di Berlino era il Ministero dell'areonautica, di Hermann Goering. Oggi continua ad essere sede di uffici del governo tedesco.

La mostra documentaria si sviluppa come un lungo corridoio con pannelli didattici, foto e testi, seguendo uno sviluppo cronologico delle tappe della Shoah.

Il corridoio è ricavato lungo le fondamenta della sede centrale delle SS ora riportate alla luce . Il percorso è libero. Per una coincidenza della storia in questo punto della città, sullo spazio non più occupato dall'edificio, danneggiato dalla guerra e abbattuto negli anni "50, fu fatto passare il Muro che divise Berlino fino al 1989. Se ne vede ancora un pezzo, protetto da reti contro i turisti a caccia di souvenirs. Questo luogo così "centrale" nella vicenda della Shoah, divenne quindi la periferia delle due Berlino e quasi dimenticato. Alla fine degli anni "70 venne in parte riscoperto in seguito a lavori di ristrutturazione dell'area e, per le celebrazioni dei 750 anni della città, venne aperta una mostra temporanea con i reperti portati alla luce. Nato come esposizione temporanea, è stata più volte ampliata e recentemente completamente riallestita alla luce delle più recenti ricerche storiche. La fondazione "Topografia del terrore" è sorta nel 1992. E' uno dei luoghi della memoria più visitati a Berlino.


La guida mostra la Berlino bombardata del 1945 e gli edifici nei quali si trovavano le sedi della Polizia Segreta (Gestapo) delle SS, dei vari ministeri e degli enti statali dello stato nazionalsocialista partecipi delle varie fasi dello sterimio


Dalla fotografia presente su di un pannello: l'edificio visto dall'alto della sede centrale delle SS a Berlino come si presentava alla fine della guerra. Le fondamenta dell'edificio sono quelle recuperate per ospitare l'esposizione permanente "Topografia del terrore"


per maggiori informazioni (tedesco e inglese):

www.topographie.de

La villa di Wannsee

Nella villa, di cui nella foto si vede il viale di ingresso attraverso il parco che la circonda, situata sul lago di Wannsee presso Berlino, si tenne la conferenza organizzativa il 20 gennaio 1942 per pianificare una "soluzione definitiva" del problema ebraico.
E' sede di un centro di documentazione e di studio e di una mostra documentaria molto interessante.

Per il sito internet (anche in italiano):

www.ghwk.de

Sachsenhausen, il lager di Berlino


Il triangolo del campo di Sachsenhausen
Il campo di Sachsenhausen, presso Orianenburg nel Brandeburgo, non è il primo campo ad essere istituito, ma probabilmente è il primo ad essere "costruito" appositamente per lo scopo. Non si trattava di riutilizzare una vecchia fabbrica di birra (come era accaduto a Orianenburg fin dal marzo 1933) ma di progettare razionalmente una struttura capace di ottimizzare la funzione di contenere migliaia di prigionieri con il minimo di guardie per la sorveglianza. Da qui nasce l'inusuale forma a triangolo. A metà della base, l'ingresso e, al di sopra dell'ingresso, la torre di guardia capace di controllare tutto il campo. Le baracche a raggera si dispongono intorno al piazzale dell'appello in doppia fila. Le strutture "tecniche" (fossa delle fucilazioni, camera di eliminazione, forni crematori) sono fuori del triangolo, sulla sinistra. Il meccanismo ha funzionato fino a quando il numero dei prigionieri ha fatto strabordare il campo originario con altre baracche sulla destra, fuori del controllo delle torri di guardia.
A Sachsenhausen venivano realizzati mattoni per Germania, la nuova città che doveva prendere il posto di Berlino. Con il procedere della guerra e le necessità della produzione bellica, il lavoro per realizzare mattoni fu sostituito da quello all'interno delle fabbrica di armi

L'edificio dell'ingresso del campo
a Dachau, come a Sachsenhausen, come ad Auschwitz
La recinzione presso la torre d'ingresso
Il piazzale dell'appello
Il piazzale dell'appello delimitato, allora, dalle baracche, oggi, dalle sagome delle baracche scomparse. Si coglie a Sachsenhausen una caratteristica dei memoriali della Shoah collocati in quella che era la Germania Orientale. Gli spazi dei lager furono in parte riutilizzati o come campi di prigionia per ex nazisti o, in successione, come caserme per reparti dell'Armata Rossa stanziati in Germania. Ma di pari passo alcuni settori dei lager vennero destinati a testimoniare l'orrore nazista e a celebrare la vittoria delle forze antinaziste e in particolare di quelle sovietiche. Da ciò nasce la tendenza ad interventi non solo conservativi, ma "interpretativi" dei lager dove, come a Sachsenhausen, i grandi spazi divennero luoghi deputati delle annuali celebrazioni della vittoria sul nazifascismo.
Ma almeno, in tale maniera, quella memoria e quegli spazi sono giunti fino a noi, con qualche superfettazione, ma leggibili e fruibili. Se uno pensa a quello che è successo al lager di transito di Bolzano, o anche alle condizioni di Fossoli...

Una baracca delle due adibite a infermeria
Il laboratorio delle necroscopie
la fossa per le esecuzioni. Specialmente di prigionieri di guerra sovietici

I resti dei forni crematori e delle camere di esecuzione: una camera a gas e una camera per eliminazione mediante colpo alla nuca.

I forni crematori di Sachsenhausen
Il recupero dei manufatti procede come in uno scavo archeologico. Da notare le pareti doppie con intercapedine. Si tratta delle camere di eliminazione, il colpo alla nuca veniva sparato dalla camera vicina attraverso un foro sulla parete. Il prigioniero da eliminare doveva credere di essere sottoposto a controlli medici, tra cui la musurazione dell'altezza. Avvicinato al muro di schiena si trovava nella posizione giusta, pronto per esser ucciso. Le pareti spesse e doppie e la musica ad alto volume coprivano il rumore del colpo esploso

I resti delle camere delle esecuzioni
L'indirizzo del sito internet ( in inglese e tedesco, molto ricco di immagini) è quello dei memoriali del Brandeburgo. Si accede a vari siti: Sachsenhausen, Ravensbruck, il museo delle marce della morte:

http://www.stiftung-bg.de/

Ravensbruck, il lager femminile

Il campo di Ravensbruck
Il lager di Ravenscruck era in origine un campo solamente femminile nel nord verso il Baltico. Pur essendo un campo di lavoro e detenzione e non di sterminio, si calcola che circa 100 mila donne siano morte a Ravensbruck nel periodo di funzionamento del lager.

la zona dove sorgeva il campo di Ravensbruck

L'edifico del comando del campo, a fianco dell'ingresso

Le case "bifamiliari" delle SS al di fronte al campo di Ravensbruck
Le guardie del campo, costituite da SS, erano sistemate al di fuori del campo in alloggi bifamiliari abitati insieme alle famiglie. Gli ufficiali avevano a disposizione delle villette poste sopra una bassa collina sotto la quale passava la strada di accesso al campo. Da quella strada transitavano le deportate, arrivando e ogni volta che erano condotte a lavori fuori dal lager.
Oggi questi edifici sono adibiti, con una decisione coraggiosa, ma che ha fatto molto discutere, a ostello per i visitatori, ad esempio per gruppi di studenti in visita.

Le villette degli ufficiali
Le prigioniere giungevano al campo a piedi dalla stazione ferroviaria abbastanza distante nei pressi del villaggio sul lago. Il luogo è molto bello, con una natura intatta e il lago. Da una parte il villaggio, dall'altra il campo. Si dibatte se i venti prevalenti nella zona portassero oppure no l'odore della carne bruciata nel forno crematorio verso le case di coloro che non sapevano. Ma del resto, ricorda un testimone di allora, garzone di bottega del macellaio che riforniva le mense delle guardie, quelle figure calve, sporche, puzzolenti, con lo sguardo vuoto, con il corpo scheletrico non parevano esseri umani verso cui provare sentimenti o pietà. Fu uno shock per lui trovarsi di fronte, un giorno, ad un gruppo di prigioniere appena arrivate, nude, nel freddo, ancora, per un poco, dotate della dignità di esseri umani.

Il grande spazio occupato un tempo dalle baracche delle prigioniere
Le celle della prigione del campo: un inferno nell'inferno
Il forno crematorio
Il rullo compressore, usato anche come strumento di fatica punitiva
e, dietro, l'edificio del forno crematorio
Il muro delle nazioni, dedicato alle diverse provenienze delle deportate e, nello spiazzo verde, il campo delle rose: la fossa comune che raccoglie i resti e le ceneri delle prigioniere morte a RavensbrucK
Il monumento alle deportate di Ravensbruck guarda verso il lago e verso la libertà
L'indirizzo del sito internet ( in inglese e tedesco, molto ricco di immagini) è quello dei memoriali del Brandeburgo. Si accede a vari siti: Sachsenhausen, Ravensbruck, il museo delle marce della morte:

http://www.stiftung-bg.de/

Luoghi della memoria a Berlino

Bebelplatz, in memoria del rogo dei libri
Nella grande piazza, la Bebelplatz, su cui si affacciano gli edifici neoclassici del Teatro dell'opera di Stato, della cattedrale di santa Edvige, della Alte Bibliotek, della Humboldt-Universität e di altre prestigiose istituzioni, nel 1933, a pochi mesi dalla presa del potere, avvenne la rito simbolo della distruzione della antica cultura contaminata dalla presenza giudaica: il rogo dei libri. Il luogo è indicato oggi da un monumento discreto: una lastra di cristallo sotto la quale si apre una biblioteca sotterranea, intangibile, eterna, radicata nella terra.
A volte si comincia con il bruciare i libri e poi, può capitare ed è capitato, si continua con gli esseri umani che li scrivono o li leggono.
Bebelplatz
Il Liceo ebraico di BerlinoIn realtà, vista l'entità esigua della comunità ebraico di Berlino oggi, al liceo solo una parte degli studenti sono di religione ebraica, circa il 20%. La dimensione della scuola risponde alle esigenze della comunità ebraica prima della guerra.
Nonostante la presenza di studenti in maggioranza di altre religioni, l'edificio mantiene un valore simbolico di riferimento per la comuninità e la storia degli ebrei di Berlino. Va notata, a tale proposito, l' inferriata eccezionalmente robusta che lo protegge e le telecamere che ne sorvegliano il perimetro.

Scultura posta nel luogo dell'ex cimitero ebraico di Berlino
Questa scultura era stata realizzata originariamente per il memoriale di Sachsenahausen, ma adesso si trova a fianco del liceo ebraico e davati allo spazio che ospitava l'antico e perduto cimitero ebraico di Berlino.

La memoria nei quartieri
Nell'ex quartiere ebraico di Berlino (dove si trova ancora oggi la Sinagoga non distrutta dai nazisti perchè incastrata negli edifici circostanti e quindi impossibile da incendiare senza rischiare di far propagare un incendio incontrollato), quasi nascosti, infissi nel selciato, si trovano qua e là dei blocchetti di bronzo con i nomi e le notizie essenziali di coloro che furono deportati e uccisi nei lager.
Ad esempio nella foto qui sotto si vedono i blocchi che ricordano gli appartenenti alla famiglia Kozower. Philip, nato nel 1894, Gisella, nata nel 1901, Alice e Eva Rita, nate nel 1934 e 1932. E di Uri Aron, nato nel 1942. Tutti uccisi ad Auschwitz nel 1943.

Un'altra testimonianza sul selciato. In questo modo almeno la memoria delle persone deportate e scomparse è ri-tornata a essere parte del quartiere ebraico in modo permanente.

Il campo delle steli
Il controverso monumento detto "il campo delle steli". Realizzato tra 2003 e 2005, ridotto di circa la metà rispetto al progetto originario (sono oggi oltre 2700), in calcestruzzo, collocato vicino alla Porta di Brandeburgo, ideato dall'architetto Peter Eisamann in memoria "degli ebrai d'Europa assassinati". Forse un pò troppo inglobato nella città che lo invade con cartelli, traffico e rumore per consentirgli di esprimere l'allucinazione razionale-irrazionale della Shoah. Troppo astratto, evocativo, "scolastico". Ma, per la verità, alcuni ne sono rimasti estremamente colpiti, ne hanno provato una sensazione di malessere e di angoscia che, si può ritenere, fosse lo scopo che si prefiggeva Eisemann.
Nel sottosuolo si accede ad un piccolo museo - quattro sale, due corridoi -: una delle cose più "belle" (se si può dire così), struggenti, emozionanti tra i percorsi della memoria.

Il sito del campo delle steli:
http://www.stiftung-denkmal.de/
e, molto interessante, anche se i filmati sono in tedesco:
http://www.raum-der-namen.de/